THE SWEET HEREAFTER di Atom Egoyan (1997)

10 Dic

Morandini: Non è un film di denuncia sociale né un dramma giudiziario o una detective story. I suoi temi sono altrove: la sopravvivenza a una tragedia familiare, l’elaborazione del lutto, il senso di colpa degli adulti quando un bambino muore, la convivenza con il dolore. Da un romanzo di Russell Banks, Atom Egoyan ha tratto il suo quinto e più maturo film, girato in Cinemascope come per prendere le distanze da una materia incandescente nel suo dolente pathos. Gran Premio della Giuria a Cannes.

Film TV: (…) è la storia intrecciata delle innumerevoli “stragi d’innocenti” che la nostra civiltà continua a perpetrare: stragi letterali, come il volo nell’abisso di un autobus scolastico, ma anche le stragi soffocate e individuali. Immerso nella neve e nel verde e azzurro del paesaggio canadese, è percorso dall’anima in pena Ian Holm, un attore che fa star male con i suoi occhi tristi e al quale tocca il lungo primo piano di una telefonata straziante con la figlia. Un film doveroso e doloroso, retto nei suoi continui intrecci temporali dalla regia impeccabile, sinuosa e mai autocompiaciuta di Egoyan, che dimostra di saper passare dalle sue ossessioni personali alla suggestione di una tragedia universale, sul filo di una delle “fiabe” più agghiaccianti del mondo, “Il pifferaio di Hamelin”.

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