CITY LIGHTS di Charlie Chaplin (1931)

26 Set

Film TV: Charlot acquista una rosa da una giovane fioraia cieca che, per un equivoco, lo scambia per un milionario. Vagabondando per la città Charlot arriva sul molo dove salva il vero milionario dal suicidio. Uno dei capolavori di Chaplin, che girò qualcosa come centomila metri di pellicola, ripetendo intere sequenze fino a raggiungere la perfezione. Apparentemente frammentato in sketch, il film mantiene invece una sua intima unità grazie al tono dolorosamente romantico che lo pervade.

Morandini: Un vagabondo fa amicizia con un riccone che gli è amico soltanto da ubriaco e s’innamora di una bella ragazza cieca che vende fiori per la strada. All’avvento del fonofilm Chaplin reagisce in coerenza con la propria poetica: per lui il parlato guasta l’arte più antica del mondo, la pantomima. Perciò – pur attraverso esitazioni, timori, ripensamenti e rifacimenti che gli costarono 2 anni di lavoro – City Lights è concepito come un film muto con accompagnamento musicale. Critica e pubblico si trovarono d’accordo su un’opera che, affrontando ancora i temi della solitudine e dell’illusione, è tuttavia un inno alla vita e alla sua bellezza. Sequenze celebri: l’inaugurazione della statua; l’incontro con la fioraia e il riconoscimento finale (“Sì, adesso ci vedo”); il milionario ubriaco che vuole suicidarsi; il fischietto inghiottito da Charlot. Bertold Brecht si è ispirato alla figura del milionario per alcune scene di Puntila e il suo servo Matti. Nella scena del night-club s’intravede Jean Harlow tra le comparse. La canzone “La violetera” è dello spagnolo José Sánchez Padilla.

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