Film TV: Il libro diario della nobildonna Grace Elliott, amante del principe di Galles, il futuro re Giorgio IV e del principe Filippo, duca di Orléans, è la cronaca delle sue giornate e della sua vita a partire dal 1790. Eric Rohmer aderisce al suo racconto e ci regala una straordinaria lezione tecnologica. Utilizza il digitale per inventare, attraverso alcuni tableaux, la cornice scenografica dell’epoca e una prospettiva dello sguardo. Niente travestimenti del presente né esterni da studio tradizionale. Il dispositivo di ripresa si abbina in modo magistrale alla passione teorica per un cinema lineare, “frontale”, con la macchina da presa fissa o quasi, fiducioso negli attori e nell’immanenza delle immagini (magnifiche). Esempio sublime di nuovo cinema griffithiano. I discorsi come lunghissime didascalie. Gli interni come gusci per vivere nella compostezza teatrale il terremoto romanzesco della Storia. Terzo film in costume di Eric Rohmer, dopo “La marchesa von…” e “Perceval”.
Morandini: La rivoluzione francese rievocata attraverso le peripezie personali dell’inglese Grace Elliott, divenuta nobile col matrimonio ed ex amante del duca Filippo d’Orléans. Terzo film in costume del vecchio Rohmer, basato sul Diario della mia vita sotto la Rivoluzione Francese di Lady Grace Dalrymple Elliott, girato con videocamere digitali (fotografia: Diane Baratier), dopo aver chiesto al pittore J.-B. Marot di dipingere, ispirandosi in parte ai disegni di J.L. David, 35 vedute della Parigi del Settecento rielaborate con la tecnologia digitale, dotate di profondità e animate. Film di multiple attese di morte, non privo di suspense (l’esecuzione di re Luigi XVI spiata dall’alto col cannocchiale), impregnato di una tragicità travestita da leggerezza elegante, è raccontato con l’ottica parziale, soggettiva e ambigua della protagonista, creando non pochi imbarazzi nella critica e negli spettatori di sinistra: ricorda a tutti che la Ragione può generare il Terrore. Più che pessimista, è un film sull’atrocità della Storia, ma anche una storia di un amore che si trasforma in pietà e una riflessione sulle convenzioni della visione e sui rapporti tra vero e falso.