Morandini: Augusto, anziano bidonista che sente la miseria e l’abiezione del suo mestiere truffaldino. Dopo I vitelloni e La strada, Fellini ne riprende molti motivi tematici (solitudine, bisogno di comunicazione e di amore, desiderio di salvazione, la Grazia) e stilistici (passeggiate notturne, giostre di periferia, paesaggi dell’Appennino). È il più cupo e disperato di quest’ideale trilogia, e il meno riuscito a livello strutturale per un’incertezza tra il racconto di ambiente picaresco e la concentrazione drammatica su Augusto che punta sul tragico e scivola nel patetico. Memorabili almeno due sequenze: la festa di Capodanno nella casa del bidonista ricco e la truffa a danno dei baraccati, coincisa e feroce quanto l’altra è insistita e sarcastica. Scritto con Flaiano e Pinelli. Dopo le sfavorevoli accoglienze alla Mostra di Venezia, Fellini lo rimontò con M. Serandrei, riducendolo di 20´ e mutandone radicalmente il ritmo. Restaurato dalla Cineteca di Bologna nel 2002 in una versione quasi identica a quella “veneziana”.
Farinotti (mymovies): I personaggi principali son tre: Augusto, Roberto e Picasso. Sono truffatori da quattro soldi. Augusto ha una figlia deliziosa che non vede mai, Picasso una moglie sottomessa e disperata. Roberto, assolutamente cinico, è forse il peggiore di tutti, pensa solo a imbrogliare e alle donne. Fellini era al sesto film e aveva trovato la sua identità riconoscibilissima. Pochi anni dopo, con La Dolce vita avrebbe fatto l’ultimo salto di qualità. Ma la poesia c’è tutta, e ci sono i contenuti ancora robusti dell’età migliore, quella dell’energia. Augusto porta sua figlia al cinema, è contento, possiede un valore che aveva persino dimenticato, ma al cinema viene riconosciuto da qualcuno che aveva truffato, e finisce in prigione. E la figlia assiste a tutto. Inserito temporalmente fra Le notti di Cabiria e La strada, storie di squisito mondo e di fantasia felliniana, il film è una sorta di intervallo di realismo, ultimo richiamo in questo senso. Amaro e vedibile a posteriori, va rivalutato rispetto a una critica che lo ha inteso come “opera minore”.
Film TV: Augusto è un truffatore di modesto calibro che agisce in società con Roberto e Picasso… Un anno dopo “La strada“, Fellini realizza un film meno “poetico”, più aspro, ma con un fondo non meno religioso; è uno dei film meno amati del regista, ma oggi è assolutamente da rivalutare. Indimenticabile l’interpretazione di Broderick Crawford (che pare recitasse costantemente ubriaco), straziante il finale.